PREMESSA
Nella scuola dell’Infanzia l’Educazione Religiosa Cattolica trova nelle Competenze in chiave europea e nelle Indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell’Infanzia, la sua collocazione.
“… Nella scuola i bambini hanno molte occasioni per prendere coscienza della propria identità, per scoprire le diversità culturali, religiose, etniche, per apprendere le prime regole del vivere sociale, per riflettere sul senso e le conseguenze delle loro azioni.
“…Negli anni della scuola dell’infanzia il bambino osserva la natura e i viventi, nel loro nascere, evolversi ed estinguersi. Osserva l’ambiente che lo circonda e coglie le diverse relazioni tra le persone; ascolta le narrazioni degli adulti, le espressioni delle loro opinioni e della loro spiritualità e fede, è testimone degli eventi e ne vede la rappresentazione attraverso i media, partecipa alle tradizioni della famiglia e della comunità di appartenenza, ma si apre al confronto con altre culture e costumi; si accorge di essere uguale e diverso nella varietà delle situazioni, di poter essere accolto o escluso, di poter accogliere o escludere. Raccoglie discorsi circa gli orientamenti morali, il cosa è giusto e cosa è sbagliato, il valore attribuito alle pratiche religiose. Si chiede dov’era prima di nascere e se e dove finirà la sua esistenza. Pone domande sull’esistenza di Dio, la vita e la morte, la gioia e il dolore. Le domande dei bambini richiedono un atteggiamento di ascolto costruttivo da parte degli adulti, di rasserenamento, comprensione ed esplicitazione delle diverse posizioni… ”(Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione 2012).
Tenendo conto di quanto le indicazioni nazionali ci indicano, ci viene ovvio pensare come la dimensione religiosa del bambino sia importante per la sua crescita globale.
È innegabile che ogni bambino, sia pure in contesti e su piani diversi, incontra ogni giorno gesti e segni della realtà religiosa cristiano-cattolica.
Tutto ciò suscita dei “perché” che esigono risposte serie e vere, nasce allora, l’esigenza di precisare il taglio specifico con il quale si declina un progetto di IRC, nella scuola dell’infanzia (oltre alla sua peculiare essere scuola Cattolica).
L’IRC si colloca nel “vissuto” religioso dei bambini, e promuove la conoscenza della realtà religiosa che li circonda, in conformità alla dottrina della Chiesa.
L’IRC, in ogni caso, non presuppone o richiede adesioni di fede, infatti, diversamente dalla catechesi, l’insegnamento scolastico della Religione Cattolica (soprattutto nel contesto della scuola dell’infanzia), non mira a fare del bambino un buon cristiano, non prepara ai sacramenti, non richiede un’adesione di fede, né un’appartenenza ecclesiale. E’ invece una formazione educativa che, insieme ad altre proposte della scuola, accompagna il bambino a scoprire sì stesso e gli altri, lo invita a scoprire l’apertura verso l’altro e la sua accettazione e valorizza il sentimento della fratellanza e dell’amicizia.
“Quante emozioni Gesù”
«Il Figlio di Dio […] ha lavorato con mani d’uomo,
ha pensato con intelligenza d’uomo,
ha agito con volontà d’uomo,
ha amato con cuore d’uomo.
Nascendo da Maria Vergine,
egli si è fatto veramente uno di noi,
in tutto simile a noi fuorché il peccato» (GS 22)
INTRODUZIONE:
Il progetto di IRC si inserisce nella programmazione didattica sulle emozioni. Attraverso la lettura della Bibbia, ed in particolare dei Vangeli, conosceremo meglio Gesù in particolare la sua umanità espressa nelle emozioni che ha sperimentato durante la sua vita.
In questo modo impareremo a scoprire, dare un nome e gestire gli stati d’animo che abitano dentro di noi.
CAMPI DI ESPERIENZA e TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE:
Per favorire la maturazione globale di ognuno, i traguardi relativi all’IRC sono distribuiti nei vari campi di esperienza che sono così integrati:
Scopre nei racconti del vangelo la persona e l’insegnamento di Gesù, da cui apprende che Dio è padre di tutti e che la Chiesa è la comunità di uomini e donne unita nel suo nome, per sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose.
Riconosce nei segni del corpo l’esperienza religiosa propria e altrui per cominciare a manifestare anche in questo modo la propria interiorità, l’immaginazione e le emozioni.
linguaggi, creatività, espressione
Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle tradizioni e della vita dei cristiani (segni, feste, preghiere, canti, gestualità, spazi, arte), per poter esprimere con creatività il proprio vissuto religioso.
Impara alcuni termini del linguaggio cristiano, ascoltando semplici racconti Biblici.
Osserva con meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai Cristiani e da tanti uomini religiosi come dono di Dio creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà, abitandola con rispetto, cura e speranza.
UNITÀ DI APPRENDIMENTO:
ATTIVITÀ:
VERIFICA:
RISORSE UMANE:
Classe azzurra: Gadda Lorenza Maria
Classe gialla: Maria Grazia Daverio
Classe rossa: Daniela Landriscina
Classe turchese: Valentina Fasani
Classe verde: Giuseppina Garavaglia
Il percorso di Avvento (metà novembre-dicembre) e di Quaresima (metà marzo-aprile), Don Bosco (fine gennaio e Maria Ausiliatrice (maggio) sarà programmato nel corso dell’anno insieme a sr Simona Bisin.
Le altre U.D.A. saranno inserite nella programmazione didattica e documentate attraverso elaborati, espressioni grafiche e fotografie.
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